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Cosa aspettarsi dal corso sui tarocchi Rider Waite
Il corso sul significato iniziatico dei Tarocchi Rider Waite si articola in due esposizioni. Nella prima vengono
illustrate le due Vie (“Via del Sole” e “Via della Luna”) e, attraverso la successione dei relativi undici arcani per ciascuna, vengono
spiegate le tappe del cammino e i relativi ostacoli e conseguimenti. Nella seconda esposizione si
illustra l’impiego delle singole carte come “finestre sull’altrove”, ovvero varchi simbolici attraverso
i quali l’iniziato può proiettare la propria coscienza percipiente per avere visioni di realtà ulteriori.
Si spiegherà come impiegare i Tarocchi come sistema dottrinario avente anche funzione oracolare
(prevedere il futuro non era l’impiego principale per cui venne elaborato il mazzo di carte), si
richiameranno le scuole iniziate che in questo senso ne hanno fatto uso, e ne fanno ancora, e si
leggeranno esempi pratici del loro impiego come sistema di apertura verso il trascendente.
Il Sole e la Luna. I Tarocchi e la duplice via dell’iniziazione
Il mazzo dei Tarocchi, in particolare i ventidue Arcani Maggiori, costituisce la rappresentazione
simbolica delle due vie che, tradizionalmente, conducono all’Iniziazione, ovvero al superamento del
sé e all’aprirsi della mente verso realtà superiori a quelle della materia.
Sin dall’antichità, le due vie erano indicate rispettivamente come “Via del Sole” e “Via della Luna”. Scegliere l’una o l’altra
dipende dal proprio atteggiamento interiore. La Via del Sole è quella che caratterizza l’Eroe. La
percorre il guerriero, dunque è attiva, dinamica, calda, ricca di ostacoli che vanno superati con la
forza. Si addice agli animi combattivi e pochi sono in grado di sostenerla. Ma è quella che più
rapidamente conduce al Palazzo del Re. La Via della Luna si addice invece al Mistico: vi
s’incammina lo studioso, perciò è passiva, contemplativa, fredda, con ostacoli che non vanno
affrontati di petto ma superati con tempo e pazienza. Il cammino è più sicuro, ma molto più lungo.
Il rischio fondamentale non è quello di essere sopraffatti, ma di perdersi lungo l’iter.
Questo duplice percorso viene espresso dagli Arcani dei Tarocchi attraverso ventidue simboli molto
complessi, undici per ciascuna Via. Le figure vennero elaborate in tempi in cui la comunicazione
scritta praticamente non esisteva, essendo limitata soltanto a pochissimi dotti. Il loro linguaggio,
dunque, è iconico: mediante l’accostamento tra elementi riconoscibili della vita normale (sovrani e
sacerdoti, uomini d’arme ed eremiti, donne e fanciulli e così via), ciascuno circondato da
simbologie minori, con forme e colorazioni meticolosamente studiate, esprimono una dottrina che
s’incide profondamente negli abissi della coscienza. Come le forme e i colori delle vetrate delle
cattedrali, la loro simbologia esercita un effetto pressoché automatico sull’animo di chi contempla
le figure avendo fede e desiderio di conoscenza.
Le parole diventano superflue, perché ciò che finisce per prevalere non è la ragione, ma l’emotività. Questo è conforme a ogni insegnamento
tradizionale, perché questo genere di dottrine non vanno apprese col cervello ma col cuore.
L’operazione base degli alchimisti, prima di iniziare qualsiasi tipo di laboratorio, era chiamata
“trasporto del senso di sé nel cuore”; e i kabbalisti dicevano che la via che conduce verso Kether,
ovvero la cognizione di Dio, passa attraverso Tipheret, il nodo metafisico che rappresenta il cuore
dell’Albero della Vita ovvero del Tutto.
Sebastiano Fusco è giornalista e saggista di fama internazionale. La sua folta produzione libraria (spesso sotto lo pseudonimo di Jorg Sabellicus) spazia tra divulgazione scientifica, tradizioni magiche, alchimia, esoterismo e narrativa fantastica.