“Tutte le vere guide spirituali dell’Umanità hanno istruito i loro discepoli più intimi sul significato profondo di due respirazioni, dalle quali dipende l’evoluzione degli individui…: 1°)- la respirazione fisiologica come mezzo per espellere l’acido carbonico, per regolarizzare la circolazione del sangue e per assorbire l’ossigeno necessario alla vita organica; 2°)- la respirazione energovitale che fa entrare nel corpo energetico-vitale la forza vitale pura per nutrire e vitalizzare le varie parti vibranti di questo corpo energovitale, ed espellere da esso la vitalità intossicata. Fra le due respirazioni – fisiologica ed energovitale – vi è una interdipendenza.
Gli antichi ed alcuni fra i moderni ne tengono conto, combinando la respirazione con canti, inni e recitazioni ritmate che esercitano i loro effetti vivificanti e calmanti sulla mente dei fedeli, ignari dell’esistenza di una scienza segreta del Respiro. I Saggi sapevano che il respiro agisce sull’evoluzione morale e psichica dell’Umanità, e che il pendolo del mondo oscilla fra l’inspiro e l’espiro. Infatti qual è lo scopo dell’educazione respiratoria? Indubbiamente l’unificazione e continuità della coscienza per aprirsi la via alla meditazione, cioè l’attenzione-dialogo prolungata nei confronti dell’Archè, il Principio dei principi: meditazione che conduce all’unione con l’Altissimo.
Il graduale arresto dell’inspirazione ed espirazione dell’aria è anche una fermata dell’altra respirazione, quella dell’energia vitale da cui dipende la coscienza. Quando le due respirazioni, la fisiologica e l’energovitale, sono sospese, lo sperimentatore, cioè l’asceta, realizza la concentrazione della coscienza su un solo oggetto. Ciò è possibile perché esiste un legame fra la respirazione fisiologica, quella energovitale e gli stati mentali”.
Tommaso Palamidessi, Dinamica Respiratoria ed ascesi spirituale – Tredicesimo Quaderno di Archeosofia, Roma 1979.
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