La nostra storia
Non di tutti, ma di molti libri ricordiamo come e dove li trovammo.
Poi ci sono i libri catturati in uno spazio ideale e rarefatto dalla modernità, dove alla gioia della conquista s’accompagna la ricerca tattile e visiva, basata su un’idea più o meno precisa, o contraddetta dall’impulso che trasforma repentinamente l’intento nell’istinto. È l’attimo della “occasione”, che restituisce alla parola il suo significato così distante dal “caso” ma così spesso confuso con questo. Dal 1941 alla Libreria Rotondi si può trovare ciò che si vorrebbe e ciò che non s’immaginava di volere, già avvertiti all’ingresso dall’insegna ‘Libreria delle Occasioni’, ossia un ambiente che dispone le circostanze più piacevoli per conseguire un testo atteso o inatteso.
La libreria ideale non è quella in cui “trovi tutto” – c’è per questo l’ampia gamma di possibilità accennate all’inizio – ma somiglia piuttosto alla grande biblioteca di un amico dai gusti simili ai tuoi, popolata di testi pregiati o curiosi che desidereresti anche tu. Non è, la libreria ideale, quella in cui rinvieni solo le uscite più recenti o edizioni rigorosamente antiche, ma quella dove puoi valutare entrambe senza limitazioni cronologiche o snobismi. La libreria ideale, come la Rotondi, è stata frequentata molto prima di te da cospicui lettori, i quali schiusero la stessa porta a vetri e s’aggirarono tra i medesimi scaffali dove adesso sei tu, senza che la loro memoria sia stata annichilita dalla smania cruciale degli ammodernamenti, che stravolgono gli ambienti e ne cancellano le misteriose atmosfere. Qui, grazie alla cura che una stessa famiglia si tramanda intatta, resta tuttora vivo l’imprinting del fondatore Amedeo Rotondi. Fu maestro di spiritualità e autore di ventisei titoli firmati Amadeus Voldben o Vico di Varo, che continuano a essere ristampati così come continua la sua voce, salvata sulle incisioni che ne raccolsero le conferenze, a perpetrare un messaggio trasfuso nelle iniziative di cui la libreria, negli ultimi anni, si è fatta animatrice infaticabile.
Perciò tra queste mura la ricerca stessa di un libro accresce il magico piacere di trovarlo o attenua il dispiacere di mancarlo, perché sovente scopri un altro testo che hai subito la voglia di sfogliare. Accade soprattutto, e deve accadere, quando i temi spaziano fra esoterismo e religioni, antropologia e culture orientali, che per necessità dispongono al lento esplorare, al consumare riflessivo e centellinato.
Quando si dice che un locale è “storico”, come nel caso della Libreria Rotondi così dichiarata dal comune di Roma nel 2004, non se ne qualifica soltanto la patente anagrafica per cui basterebbe dire che un negozio è vecchio, o antico. Piuttosto se ne sancisce una sorta di immutabilità, capace di strappare il frequentatore all’ineluttabile calendario della vita per collocarlo in una zona di fugace evasione temporale. Perché in fondo anche questa leggiadra illusione è lo scopo sottile di ogni lettura, e di ormai rare librerie.
– Francesco Palmieri