L’opera di Alfred Percy Sinnett, “Il Buddhismo Esoterico”, rappresenta qualcosa di fondamentale importanza per la comprensione dei contenuti che caratterizzarono il rifiorire del pensiero teosofico nell’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento e ciò perché ci fu un rapporto diretto fra le autorevoli fonti del pensiero teosofico moderno (i Mahatma ed H.P. Biavatsky in particolare) e l’autore.
Nel 1883, alla sua uscita a Londra, “Il Buddhismo Esoterico” o Positivismo Indiano ottiene un grande successo, che durerà nel tempo, con numerose edizioni ed una ricca serie di traduzioni. La prima edizione del libro in italiano è del 1900, a cura della Società Teosofica Italiana, che continuerà a ristamparlo anche successivamente.
Nella sua presentazione dell’edizione del Centenario, nel 1983, Edoardo Bratina ricorda che il Mahatma K.H. in una delle sue lettere a Sinnett affermò: “Malgrado alcuni impercettibili errori ed omissioni, il vostro Buddhismo Esoterico è l’unica esatta esposizione, per quanto incompleta, della nostra dottrina occulta. Non avete commesso alcun errore cardinale o fondamentale e qualunque cosa vi sarà data d’ora in poi non colliderà con una singola frase del vostro libro, anzi al contrario, spiegherà ogni apparente contraddizione “.
Parola P.G.
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