Si narra che mille anni fa le streghe consigliavano alle genti di “portare le offerte alle rocce piantate nel terreno e agli alberi e alle sorgenti”. In questo studio che mette a confronto linguistica, archeologia, arte e letteratura medievali, l’autrice svela tradizioni e lignaggi etimologici finora noti solo a pochi studiosi, dimostrando come gli antichi nomi poi stigmatizzati in “strega” avessero i significati di donna saggia, profetessa, divinatrice, guaritrice e sapiente. Il testo parla delle “Donne che vanno in giro la notte con la dea”, sia che fosse nota come Diana, Erodiade o la “strega Holda”; di Wyrd, la tessitrice del destino; delle anziane che cantavano alle erbe; delle fate; delle politiche misogine che accesero i primi roghi; e di tutta la ricca cultura e tradizione pagana che per secoli la Chiesa ha cercato di distruggere. L’autrice compie un’operazione in cui ricuce la tela dell’antica tradizione femminile in Europa.
Orestano F.
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